Roma, 24 aprile 2023 - Il 22 e 23 aprile si è svolta a Singapore la riunione del Comitato Direttivo del sindacato internazionale del Commercio UNI Commerce, aderente al sindacato globale dei servizi Uni Global Union. La kermesse, alla quale ha preso parte anche una delegazione della Fisascat Cisl con il funzionario sindacale Gianfranco Brusaporci, componente effettivo del Comitato Direttivo, si è aperta con la relazione annuale a cura di Mathias Bolton, responsabile del settore a livello internazionale: in rassegna le attività svolte dal sindacato dalla Global Conference del 2022 ad Atlanta, in Georgia, fino ad oggi. Attività ispirate ai 5 pilastri fondamentali definiti dall’assise congressuale: costruire il potere sindacale attraverso il rafforzamento degli accordi globali e il dialogo sociale, per mezzo del quale contrastare il lavoro precario; migliorare la salute e la sicurezza nel commercio; estendere diritti e tutele ai lavoratori dell’e-commerce; garantire la sostenibilità nella transizione digitale; creare valore nella supply chain attraverso la collaborazione con i datori di lavoro per promuovere la due diligence e la sostenibilità in materia di diritti umani. Il focus sui principali progressi e sui risultati, a partire dall’accordo globale Ikea e dall’accordo internazionale su salute e sicurezza, fino alla sottoscrizione del primo contratto integrativo Carrefour in Uganda e al riconoscimento dell’unione sindacale presso Supeco, la rete dei supermercati francesi Carrefour operativi in Romania, ma anche sullo stato delle alleanze globali con le grandi multinazionali della moda HM, Zara, Primark e del commercio globale Ikea, Auchan, Gruppo Metro, Lidl, Amazon, Aldi. Il report sui percorsi formativi, sulle azioni di solidarietà globale, sulle campagne realizzate a livello globale contro la violenza e le molestie nei luoghi di lavoro e sulle attività svolte anche attraverso il sito web e i social network. Riflettori accesi sull’espansione del franchising (fenomeno in crescita a livello globale spesso sinonimo di precarietà, bassi salari e mancato rispetto dei diritti e delle tutele contrattuali con effetti anche sui tassi di sindacalizzazione dei lavoratori), sulle tendenze dell’e-commerce (con l’impennata del commercio globale registrata sin dalla fase pandemica globale, con una crescita del 35%, spesso dannosa per i retailer tradizionali e che si traduce con un aumento dell’evasione fiscale e contributiva), sull’impatto della platform economy, l’economia delle piattaforme (meglio conosciuta come l’economia dei lavoretti dove prevalgono forme di lavoro atipiche e politiche antisindacali poste in essere dal management). La riflessione anche sulle attività future dei sindacati del commercio al dettaglio, chiamati a confrontarsi con le nuove sfide dell’era digitale: dagli effetti della digitalizzazione sull’occupazione alle nuove modalità di sindacalizzazione dei lavoratori dei pure player del settore retail dove la filiera è altamente frammentata. La kermesse si è conclusa con la presentazione del Piano Di Lavoro “Future Is Now”: il planning prevede la creazione di un sottosettore in seno ad UNI Commerce, un vero e proprio polo per la ricerca, per la condivisione delle best practice della contrattazione nel mondo del commercio al dettaglio, in costante mutamento, e per identificare e favorire la diffusione delle attività di sindacalizzazione dei lavoratori dell’e-commerce. Tra le finalità: incrementare potere e influenza dei lavoratori dell’e-commerce, ricomprendendo i centri di consegna, i cosiddetti “dark store e i punti di consegna di prodotti alimentari al consumatore e altre attività concernenti il commercio diretto. Dirimente la collaborazione con UNI Score, la sezione del sindacato internazionale dei servizi UNI Global Union per la realizzazione delle campagne strategiche, organizzazione, ricerca ed educazione, finalizzate alla sindacalizzazione dei lavoratori dell’e-commerce. L’assise ha commemorato l’11° anniversario della strage del Rana Plaza in Bangladesh dove, a causa del crollo della struttura, persero la vita oltre 1.100 lavoratori dell’industria tessile. Alla tragedia seguì la sottoscrizione del “Safety Accord” proposto dalla federazione nazionale dei dipendenti dei negozi dello stato dell’Asia, l’accordo sulla sicurezza ora divenuto “International Accord”, un modello di intesa che si sta cercando di implementare anche in Pakistan.